Difesa del medium videoludico

Riportiamo per intero un comunicato stampa di AIOMI, Associazione Italiana Opere Multimediali Interattive, in cui si difende il videogioco da ingiusti attacchi fatti durante una trasmissione televisiva italiana. Speriamo che la protesta nata "dal basso" tra tutti i videogiocatori possa portare chi è ancora legato a preconcetti sbagliati che ci trasciniamo dietro da oltre trentanni. Il videogioco è un medium splendido, capace di veicolare emozioni, arte e cultura, che non ha nulla da invidiare a letteratura o cinema, anzi la sua interattività lo porta spesso a superare questi altri due media culturali. Nessuno criticherebbe oggi Jack Kerouk, Charles Baudelaire, Quentin Tarantino o David Linch... ma il videogame è ancora per molti il capro espiatorio di tutti i mali del mondo. Archeoludica si unisce alla protesta, la cultura del videogioco è una necessità sociale. 


Ecco il testo integrale:



Tra la cronaca nera e il Videogioco non c’è nessun legame: è ora di dirlo senza se e...


pubblicata da Marco Accordi Rickards il giorno venerdì 4 marzo 2011 alle ore 10.32

Roma, 4 marzo 2011

Ieri, giovedì 3 marzo 2011, all’interno della trasmissione televisiva “Pomeriggio 5”, in onda suCanale 5, Don Aldo Buonaiuto, ospite del programma, nel commentare gli scioccanti delitti di giovanissime ragazze che di recente hanno conquistato le prime pagine, ha formulato una teoria:
“È una vergogna”, ha detto Don Buoinaiuto, “che i nostri bambini giochino con dei videogiochi nei quali vince chi uccide e massacra di più. Dobbiamo smetterla con questa cultura di morte”.
Queste parole, testualmente riportate e che potete riascoltare attraverso il sito ufficiale della Rete a questo indirizzo internet: http://www.video.mediaset.it/video/pomeriggio_5/full/212920/martedi-1-marzo.html#tf-s1-c1-o1-p1 (al minuto 51), sono estremamente pericolose, poiché rischiano di creare un clima di demonizzazione attorno al Videogioco, un medium già troppo spesso attaccato senza alcuna valida ragione.
AIOMI, l’Associazione Italiana Opere Multimediali Interattive - Movimento per la Cultura del Videogioco, sottolinea come la dichiarazione ascoltata all’interno di Pomeriggio 5 sia superficiale, infondata e gravemente lesiva della dignità del Videogioco, mezzo di espressione artistica dell’uomo al pari di altri con una storia più lunga quali la letteratura, la musica, il teatro o il cinema.
“Dispiace constatare come ancora si possano affermare certe tesi discriminatorie, demagogiche e allarmiste contro il Videogioco”, dichiara Marco Accordi Rickards, Presidente di AIOMI. “Quanto sostenuto da Don Aldo Buonaiuto denota profonda ignoranza in ambito videoludico; chiunque conosca realmente il Videogioco (e per fortuna parliamo della stragrande maggioranza degli italiani) sa benissimo che quest’ultimo non solo è innocuo, ma stimola l’apprendimento, la coordinazione motoria e l’attitudine alla risoluzione dei problemi. Non è un caso se il Videogioco è da anni utilizzato anche a fini didattici e pedagogici nonché studiato e insegnato nelle più prestigiose università del mondo. <span>È il caso di dirlo una volta per tutte senza se e senza ma: tra gli episodi di cronaca nera e i videogiochi non esiste alcun collegamento</span>, né è mai esistito ed è molto grave che, nel terzo millennio, si possa dichiarare in televisione qualcosa di così retrogrado, errato e dannoso senza alcun contraddittorio”.
AIOMI spera che contro questo ennesimo episodio di grave disinformazione e attacco a un mezzo di espressione che è peraltro al centro di una florida industria che in Italia fattura oltre 1,2 miliardi di euro annui (dati GFK/AESVI) si mobilitino la stampa e l’opinione pubblica e che Canale 5 voglia concedere ai videogiocatori, che in Italia sono milioni, il diritto di replica, invitando AIOMI in trasmissione per un pubblico confronto sul tema.







2 commenti:

  1. hmm... la prima cosa che mi sconcerta è che ci sia della gente che guarda Pomeriggio 5, la seconda... ebbene... che ci sia ancora gente che ascolta e crede a questi preti televisivi... Per inciso, è pur sempre vero che il VG moderno non veicola più cultura da un bel pezzo, comunque nella stessa misura delle altre arti (cinema, fumetti, musica e trasmissioni tv). Tirando corto, non credo siano più pericolosi di queste alternative, altra questione che mi frulla tra i neuroni piuttosto, ma le famiglie di questi giovani disadattati dai VG dove sono? Insomma, se il problema è questo, staccateli dalla play a calci nel sedere... X-D

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  2. Da una parte e' vero, i videogiochi ormai puntano solo a dare sfogo alle fantasie dei bimbiminkia, vedere sparatorie a non finire, uccisioni, furti di auto etc... I giochi di qualita' non esistono piu' e quei che pochi che ci sono non li si sanno piu' apprezzare, forse perche' appartengono ad una cultura ormai sorpassata.
    Gia' una volta si e' parlato di violenza nei videogames, si e' detto che e' una violenza controllata etc... Ma chi controlla questi ragazzini quando vanno in giro a dare calci nel culo a tutto dicendo di essere Ryu di Street Fighter?

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